Dal sito Federale:

“L’editoriale di questo numero di Pianeta Acqua voglio dedicarlo ad una serie di argomenti di cui si è da tempo interessata la F.I.P.S.A.S., argomenti di vitale importanza per l’intero mondo della pesca sportiva e ancora di più per quello della pesca ricreativa. Da un po’ di tempo, infatti, la Federazione ha finalmente intrapreso in modo energico quella azione di “sindacato” nei riguardi di tutti i pescatori – prescindendo quindi dal fatto che siano o no tesserati alla F.I.P.S.A.S. – che serva a difendere i loro interessi e ad evitare, o quantomeno a cercare di evitare, che vengano continuamente vessati dallo Stato, dalle Regioni o da gruppi o associazioni varie.
Un classico esempio di quanto detto sopra è rappresentato da ciò che è recentemente successo in una gara di pesca alla trota a Quarona in provincia di Vercelli dove un gruppo di “signori” appartenenti ad una associazione vegano-animalista ha praticamente impedito il regolare svolgimento di una gara cercando di indottrinare e facendo piangere un bambino, lanciando sassi in acqua e costringendo i concorrenti ad andarsene. Un fatto gravissimo, compiuto in acque in concessione, e quindi praticamente in una proprietà privata, su dei cittadini in regola con la legge, con i permessi, con la licenza di pesca e con tutto ciò che lo Stato e le Regioni richiedono per poter praticare in santa pace lo sport che amano. Una forzatura antidemocratica, fatta da fanatici che non vogliono altro che imporre il loro credo al resto del mondo. Per carità, nessuno discute del loro diritto a pensarla come vogliono! Che mangino pure verdurine a vita, ne sono contento per loro, ma voler imporre queste scelte anche a noi mi pare decisamente troppo. Visto il momento storico che stiamo attraversando, non mi sembra, infatti, che il mondo abbia bisogno di altri movimenti che cercano di imporre con la forza, anche se verbale, le loro idee, che poi non necessariamente sono quelle giuste. Comunque, dato che la Federazione ritiene che con questo atto si sia impedito con la forza, quantomeno verbale, il regolare svolgimento di una propria manifestazione e siano stati violati i diritti dei pescatori, ma principalmente dei cittadini, sono state già avviate le procedure per un’azione legale contro coloro che, a parer nostro, hanno compiuto un atto illegale e un sopruso che non intendiamo in alcun modo far passare sotto silenzio, magistratura permettendo.
Un secondo fronte su cui la F.I.P.S.A.S. si è fortemente impegnata negli ultimi tempi è quello della lotta al bracconaggio. Dopo diversi congressi e seminari, dopo alcune riunioni con i nostri tesserati e con vari gruppi di volontari e volenterosi sparsi sul territorio, anche esterni alla Federazione, e dopo una pesante azione di lobby svolta a livello parlamentare su tutti i partici politici, si è finalmente riusciti (la pubblicazione della Legge sulla Gazzetta Ufficiale è del 10 agosto ultimo scorso) a far inasprire le normative che riguardano questo crimine compiuto quotidianamente da delinquenti di professione. So perfettamente che il mondo della pesca, me compreso, avrebbe preferito qualcosa di più incisivo nei confronti di chi distrugge ciò che abbiamo di più caro, ma so anche che riuscire a far passare qualcosa in Parlamento è quasi più difficile che prendere una carpa al polo nord (mi si perdoni il paragone piscatorio). L’approvazione, quasi all’unanimità, della Legge rappresenta però non solo un passo in avanti molto importante per cercare di arginare questo pernicioso fenomeno, ma è, anche e principalmente, una importantissima e piacevole novità per tutti noi: la politica, tutta la politica, da destra a sinistra, dallo Stato alle Regioni, prende finalmente coscienza del mondo della pesca sportivo-ricreativa e scopre l’esistenza della piaga bracconaggio cercando di fare qualcosa (anche se per ora non in modo sufficiente) per aiutarci. Per questo voglio essere ottimista, vedremo di partire da quanto ottenuto per andare più avanti verso una maggiore protezione delle acque, della fauna ittica e degli interessi dei pescatori.
Altra tematica in cui la F.I.P.S.A.S. ha, per ora, ottenuto risultati eccellenti è stata quella relativa al tentativo parlamentare di istituire una licenza di pesca onerosa in mare. Anche in questo caso, infatti, una azione continua e asfissiante di lobby su tutti i gruppi parlamentari ed una pressione costante sui partiti di governo, insieme, fortunatamente per noi, ad una mancata certezza di copertura finanziaria immediatamente segnalata dalla apposita Commissione Bilancio della Camera, hanno bloccato la trasmissione della proposta di legge dalla Commissione XIII all’Aula della Camera (era già stata fissata la data per la discussione e l’approvazione).
Al momento in cui scrivo questo editoriale, cioè quasi a metà agosto, la malefica Proposta di Legge sembra fortunatamente caduta nel dimenticatoio, dispersa nei meandri della palude parlamentare e, sotto sotto, si sente dire che non vedrà mai più la luce. Speriamo sia vero! Se così fosse sarebbe una grande vittoria di tutti coloro che hanno inviato mail al mondo della politica per richiedere la cancellazione di questa Proposta di Legge e anche della Federazione che avrebbe ancora una volta contribuito in modo sostanziale a difendere gli interessi del mondo della pesca e dei pescatori, in particolar modo di quelli ricreativi che per la stragrande maggioranza non fanno parte della F.I.P.S.A.S.. Ma come ho sempre detto, mi piacerebbe che la Federazione rappresentasse il “sindacato” di tutti i pescatori.
Fatemi però togliere un sassolino dalla scarpa. Questo risultato, fortemente cercato e in parte ottenuto grazie al lavoro della Federazione, mette a tacere una volta per tutte le perfide illazioni e malignità di qualcuno e, in particolare di una associazione che ci aveva accusato di fare il doppio gioco per intascare il 10% delle eventuali entrate riservate al C.O.N.I.. Niente di più falso ed i fatti e il risultato da noi raggiunto lo hanno dimostrato ampiamente! In compenso un uccellino mi ha cinguettato che tra gli emendamenti presentati in Commissione XIII e tendenti a modificare la Proposta di Legge ce n’era uno a nome di un Deputato di area politica molto ben definita che chiedeva di elevare al 20% il contributo per la pesca sportivo-ricreativa e di destinarlo non al C.O.N.I., e quindi alla F.I.P.S.A.S., ma alle associazioni nazionali della pesca sportiva più rappresentative. Come dire faccio finta di essere contrario e sbraito, ma se mi inseriscono nel possibile 20% posso anche essere d’accordo. A voi immaginare di chi sto parlando!
Comunque non siamo ancora fuori pericolo. A fine anno, puntualmente, dal Parlamento vengono infatti messi in cantiere sia la cosiddetta Legge di Stabilità che il famoso Decreto “milleproroghe”. Dovremo stare in campana. Le brutte sorprese possono sempre arrivare, ma come si usa dire, “stiamo sul pezzo”.
Ultimo, ma non ultimo per importanza, dei problemi che recentemente abbiamo dovuto affrontare è stato quello delle specie aliene e per essere più precisi del loro divieto di immissione in acque naturali in osservanza della direttiva comunitaria 92/43/CEE e della sua interpretazione che ha portato alla stesura dell’art. 12 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 9 settembre 1997, poi successivamente modificato. Una applicazione pedissequa di quanto sopra detto ha infatti costretto alcune Regioni a impedire non solo, come è ovvio, l’introduzione volontaria o i ripopolamenti con specie aliene invasive, con specie cioè che avrebbero potuto portare a squilibri nella biodiversità dei nostri bacini idrici (e fin qua niente da dire), ma anche quella con specie che, pur essendo alloctone, non possono certo essere considerate invasive come le carpe, le trote fario, le trote iridee e altre, tutte specie che da centinaia di anni popolano le nostre acque e che per decenni e decenni sono state oggetto di articoli di leggi nazionali e regionali tendenti a proteggerle e a salvaguardarle. Quindi, prima le abbiamo protette, allevate (grazie anche al supporto ufficiale e scientifico degli ittiologi) e coccolate per innumerevoli anni ed oggi, a sentir loro, dovremmo ucciderle. Un delirio!
Per cercare di trovare una soluzione a questo problema che impatta su un numero grandissimo di pescatori sia agonisti che ricreativi, ho personalmente incontrato il Sottosegretario all’Ambiente, Barbara Degani, e il Direttore Generale dello stesso Ministero, dott.ssa Maria Carmela Giarratano, chiedendo di ricercare insieme una soluzione a questo problema, soluzione che, nel pieno rispetto della salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità, possa anche non penalizzare le legittime aspettative di centinaia di migliaia di appassionati. Una possibilità potrebbe essere ad esempio individuata nella stesura di una lista di specie para autoctone che, pur essendo scientificamente da considerare come alloctone, da un punto di vista gestionale possano essere considerate assimilabili alle autoctone. Al termine dell’incontro, pur consapevoli delle difficoltà che ci troveremo ad affrontare per cercare di risolvere in tempi ragionevoli questa problematica, che peraltro coinvolge non solo il Ministero dell’Ambiente, ma anche quello delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, e tutte le Regioni, che sono poi quelle che effettivamente legiferano nel campo della pesca in acque interne, è stato deciso di dar vita in tempi ristrettissimi ad un tavolo di lavoro che coinvolga il Ministero, o i Ministeri interessati, la Federazione e i ricercatori dell’ISPRA per arrivare a trovare il bandolo di questa intricata matassa.
Intanto, in attesa dei risultati che potranno arrivare dai lavori del Tavolo, la Federazione ha proposto e contribuito a far approvare dal Governo un Ordine del Giorno (G39.100 – testo 2) avente ad oggetto la facoltà per le Regioni di immettere specie e popolazioni non autoctone non invasive, senza pregiudizio agli habitat naturali ed alla fauna selvatica locale, al fine dello sviluppo della pesca sportiva e della riduzione della pressione di pesca gravante sulle popolazioni autoctone ittiche pregiate, con conseguente azione positiva sulle attività di allevamento e del turismo nelle aree regionali interessate.
Come vedete un lavoro che ci impegna quotidianamente su numerosi fronti, un lavoro difficile che prevede contatti e discussioni con un gran numero di Ministeri, Regioni ed Enti locali, tutti differenti tra loro e magari di colore politico opposto, un lavoro che prevede però un percorso diverso, aggiuntivo e nuovo, ma molto affascinante per la Federazione che per molto tempo si è occupata quasi esclusivamente di attività sportive e di gestione delle acque, una Federazione che oggi vuole invece, senza tradire le sue origini e prerogative, occuparsi anche a tempo pieno di tutte le problematiche che attanagliano i pescatori ricreativi, ivi compresi i pescatori in apnea. La speranza è quella di realizzare uno dei miei sogni (un altro è quello di essere riconosciuto come Federazione olimpica): essere il “SINDACATO” dei pescatori!”

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